Regia

Theatre en Vol

Attori

Céline Brynart 🔗, Alessandro Doro, Michèle Kramers, Joao Luis Paulo, Camilla Piredda, Puccio Savioli

Scenografie

Puccio Savioli

Paesaggi sonori e musiche originali

Luca Vargiu

Interventi vocali

Daniela Pes

Testi e voce fuori campo

Sergio Garau

Luci

Tony Grandi e Valeria Bella

Progetto grafico

Andrea Niccolai

Durata

50 minuti

Costo

€3000 + IVA 10% impianto audio e luci incluso

Lo spettacolo

Prendendo spunto dal mito della dea Cerere e al ratto di sua figlia Proserpina da parte del dio degli inferi Plutone, Il Grande Spettacolo della Fine del Mondo raffigura una lotta tra vita e morte, tra catastrofe e sogno, tra inferi e amore incarnata dal conflitto tra due popoli: il Popolo della Primavera e il Popolo degli Inferi o dell’Inverno Eterno. Il loro scontro diventa una metafora spiazzante della crisi climatica che stiamo vivendo in prima persona.

Si tratta di una operazione di teatro agit-prop, valorizzata da una particolare cura della qualità teatrale. Lo spettacolo, sviluppato in chiave tragicomica, ironica e grottesca, include azioni e interventi teatrali, coreografici, musicali e installativi nell’ottica di un teatro totale e interdisciplinare; una ricerca portata avanti su un confine legato intimamente alla vita dei cittadini, che però non perde mai il suo essere poesia.

Lo spettacolo può essere rappresentato in parchi archeologici, parchi urbani, quartieri cittadini, piazze e slarghi.
Per la produzione e la messa in scena dello spettacolo si usano solo materiali e impianti ecologici oltre a materiali di recupero.
Lo spettacolo può essere rappresentato in versione sia diurna sia notturna, prediligendo quella notturna.

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Dicono di noi

Se il teatro non è teatro in volo non è teatro. Una meravigliosa performance artistica di attori e costumisti, arrangiatori di suoni e scenografi, regista e ogni quant’altro con Il grande spettacolo della fine del mondo in scena ieri sera a Lamezia.

Una scenografia essenziale fatta con materiale di recupero e su tutto un grande uccello, fatto con i pezzi di legno che il mare in tempesta sputa sulla sabbia. Le donne fanno offerte votive, le donne bellissime, rosse vestite di verde, bionde vestite di sole, ballanti finché non arrivano gli uomini, la guerra, la morte e lo sporco. Gli uomini giocano a dadi per spartirsi pezzi d’Africa, quell’Africa ricca di petrolio, cobalto e diamanti. Poi tutto precipita e resta un cadavere…
“Quasi a riprendere il mito della dea Cerere e al ratto di Proserpina, sua figlia, da parte di Plutone, dio degli inferi Il grande spettacolo della fine del mondo raffigura una operazione di teatro agit-prop, valorizzata da una particolare cura della qualità teatrale. Un teatro interdisciplinare che lavora sul confine, immerso nella vita, legato intimamente alla vita dei cittadini, che però non perde mai il suo essere poesia. Un teatro stupendo ed è questo il teatro che noi vogliamo”.

Ippolita Luzzo Reportage online

Ci sono spettacoli che è difficile descrivere, devono essere guardati, vissuti ed ascoltati. Le immagini sono più forti delle parole. Le scene pongono domande. I personaggi diventano simboli di comportamenti, avatar della realtà contingente. Le musiche evocano e suggestionano. I gesti e le azioni rappresentano in modo semplice e diretto i contesti storici che abbiamo sotto gli occhi e che cerchiamo di comprendere nonostante la loro mancanza di logica. Questa la mia riflessione sullo spettacolo che ha aperto ieri la 15^ edizione di Giardini aperti alle 21. “Theatre en vol” (33 anni di attività) presenta con il suo linguaggio alternativo e diretto il tema della sostenibilità. Madre Africa, Madre Terra, la Dea Madre depredate dalla sete e dalla fame di un uomo cieco di ogni conseguenza delle sue azioni, che semina morte e veleni dove invece cresceva spontaneamente la cura e l’amore. È nelle mani della donna che poi si ricerca l’equilibrio perduto. Nella condivisione e nell’amore. Nella rete di sentimenti che mettono al centro il rapporto diretto con la terra.
Ironia. Risata macabra. Dolcezza e violenza. Questo lo stile e il linguaggio che predilige il corpo, la danza e la lotta, alla parola. Tutto immediato. Perché la catarsi sia servita!

Giusi Ragucci "Giardini Aperti", Cagliari

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    Biografia

    Céline Brynart

    Si forma alla ‘Scuola di Circo’, all’Espace Catastrophe’ e alla ‘Scuola Internazionale di Teatro Lassaad’ di Bruxelles (metodo Lecoq).
    Si appassiona al clown e studia con Carina Bonan, Micheline Vandepoel, Kevin Brooking e Eric de Bont.
    Nel 2001 crea, insieme a Eva Kahan, ‘La Compagnie du Pingouin Quotidien’, associazione culturale impegnata nella promozione di circo e teatro. Partecipa e scrive vari spettacoli e progetti di circo, circo-teatro, teatro di strada e danza tra cui ‘Les Motasses’, spettacolo di acrobazie clownesche in motorino, di e con Céline Brynart e Sara Micol Natoli; ‘Raoul et Compagnie’, spettacolo di circo della Compagnia ‘Le Plat Pays’; ‘Aller Simple’, spettacolo di circo-teatro con la regia di Micheline Vandepoel; scrive insieme a Jordi L. Vidal varie coreorgrafie per ‘Le Bal Moderne’ progetto di danza organizzato da P.A.R.T.S. Bruxelles; ‘Viola e le sue Valigie’ spettacolo di clown per ragazzi di Céline Brynart e Maurizio Giordo; ‘Pomme de Ginette’ numero di clown; ‘Spoon Surf’ numero di clown con Maurizio Giordo.
    Dal 1996 insegna il circo a piccoli e grandi (Ecole de cirque de Bruxelles, Espace Catastrophe e in diversi contesti in Sardegna), e teatro, movimento e danza-contact. Dal 2021 attrice nella produzione Theatre en vol “Il grande spettacolo della fine del mondo”.